Mi guardo intorno e non riconosco la felicità, vedo disagio, ovunque. Io ho preso ad arrossire, una sorta di apnea, ogni volta che provo a ricavarmi uno spazio, tra i miei colleghi una rosicchia quei due millimetri di unghie che le rimangono sanguinanti, uno agita le gambe, una ha lo sguardo omicida; tra gli utenti un sorriso è un evento e sull'autobus c'è dolore puro. Che stiamo facendo? Qualche telefonata rianima le mie ore, le prospettive sono splendide, se tutto va bene saranno tempi migliori ma intanto? Che si fa? Annaspiamo ancora? Chi viene con me ad urlare al mondo che noi vogliamo solo ridere, fare l'amore lentamente, ascoltare buona musica e i fatti per assumerci tutta la responsabilità di giudizi che siano i nostri?
Ci stanno trasformando in operai della vita altrui, ci va davvero bene così?
sabato 24 gennaio 2009
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(ehm) firmato: la burocrate della vita altrui, avv.kleo
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